Storia
Secolo:
XVII Sec.
Frazione di secolo (inizio, prima metà, seconda metà...):
Metà XVII Sec.
Data (fondazione):
1655
Utilizzazioni
Nel 1633 alcuni cittadini cominciano a costruire nel quartiere di Oregina una cappella. Quest'ultima viene affidata ai Minori Francescani, i quali costruiscono nel 1655 il convento e la grande Chiesa-Santuario incorporando successivamente la cappella.
Attività (uso attuale):
edificio di culto regolarmente aperto al pubblico
Uso storico
edificio di culto
Altare
Storia
L'antico accesso al colle di Oregina è ancora oggi percorribile, partendo poco sopra la stazione di Principe, attraverso la ripida salita che segue il recinto di mura cinquecentesche. Secondo la tradizione popolare il nome di questo quartiere deriva da una locuzione invocativa "Oh, Regina!", e chiunque si recasse in quel luogo diceva di andare ,facendo di due parole una sola, a Oregina. Si narra che intorno al 1500 esistesse, sulla cime della collina, solo una cappelletta con l'effige della Madonna incoronata. Il tessuto abitativo sul colle si mantenne rado fino ai primi decenni del Novecento; attraverso le fonti e le descrizioni che sottolineano la bellezza del luogo, viene così spiegata la scelta della riunione provinciale dei Minori Osservanti di San Francesco, che, come documentato, elessero ancora nel 1847 il convento di Oregina come "ritiro" per le sue caratteristiche di quiete e isolamento. La chiesa di Oregina sorge quindi nel territorio compreso tra la vecchia cinta di mura cinquecentesche e il più largo perimetro di mura del VIII secolo. La storia della chiesa si lega con la storia della città in una serie di avvenimenti sia politici che religiosi. Nel 1633 un gruppo di cittadini, stanziati sul colle di Oregina, decisero di costituire un nuovo ordine religioso di cui avevano già stabilito l'abito, le regole e iniziarono a costruire una cappella. Molto probabilmente le regole decise dalla comunità, suscitarono sospetto nell'Inquisizione e il voltrese Angelo Musso, fondatore dell'ordine, venne incarcerato. Nel 1634 L'Inquisizione del Santo Uffizio, con una sentenza, sciolse la comunità. I cittadini, che avevano concesso il terreno e il denaro per la costruzione della cappella, la diedero in cura ai padri Minori Osservanti di S.Francesco, i quali nel 1655 costruirono il convento e la chiesa-santuario incorpando la cappella e stabilendo così una nuova comunità. Nel 1746,mentre Genova era oppressa dagli Austriaci,ebbe grande rilievo la visione di Padre Candido Giusso, che vide ,nella notte tra il 9 e il 10 dicembre,la Madonna che aveva le braccia stese sulla città e i santi Francesco D'Assisi e Caterina da Genova inginocchiati ai suoi piedi. Il Senato diede molta importanza al fatto e decretò una visita annuale al santuario da parte del Doge, attribuendo alla Vergine il merito della liberazione della città. Nel 1848 l'annuale processione alla chiesa di Oregina fu trasformata in una manifestazione per la libertà e , nel 1940 la Chiesa regolare di N.S. di Loreto divenne parrocchiale di pieno diritto.
Struttura architettonica
La Chiesa è caratterizzata da un vasto volume interno,oltre che da una forte luminosità. La pianta della chiesa non è particolarmente articolata, e ciò è dovuto alla sua originale funzione, quella cioè di "contenitore" della cappella costruita precedentemente; Si nota la semplicità delle linee compositive che mostra la soluzione di blocchi che sono tutti organizzati attorno alla cupola centrale raccordata con grandi arcani.
Vetrate interne
Interni
L'interno dell'edificio, caratterizzato da una notevole luminosità, è contrassegnato da un ordine di parastre sulle quali poggia un alto cornicione continuo. Lo spazio interno è contraddistinto da sobri ornamenti architettonici e i cinque altari presenti nel VIII secolo vennero poi ridotti a tre. La zona absidale subi molti danni nel 1945 e andarono perduti una grande tela raffigurante la Vergine, l'organo e il coro che venne ristrutturato interamente. Sul lato sinistro del presbiterio vi è la lapide di Padre Candido Giusso(1706-1756). Infine, nel Convento sono costituite una serie di statuine del presepe, riferibili alla tradizionale scuola settecentesca genovese. Ai lati dell'ingresso vi sono due monumenti funerari dedicati allo scultore Bartolomeo Carrega e al patriota Alessandro de Stefanis, morto nei moti del 1848. Centinaia di lapidi ottocentesche erano disposte in origine alle pareti e sul pavimento, ma vennero poi rimosse. Quattro grandi statue di santi francescani,datate intorno al XIX secolo, sono inserite in nicchie nelle pareti laterali: le figure sembrano riconoscibili come, a destra San Giovanni da Cipriano e San Diego, a sinistra San Pasquale Baylon e San Bernardino da Siena.
L'angelo custode
S.Giuseppe con Gesù fanciullo
L'angelo custode: Sull'altare a destra, inserito in un prospetto con lesene doriche, è collocata la grande tela raffigurante L'angelo custode,opera di Giovan Maria delle Piane(1660-1745). In quest'opera la figura dell'angelo e la concezione del paesaggio sono resi vivi dai colori luminosi che l'artista ha saputo accostare, catturando così l'immagine del fedele. L'altare in marmi misti, databile al 1736 era,in origine, uno degli altari minori ai lati dell'ingresso.
S.Giuseppe con Gesù fanciullo: Sull'altare a sinistra, costruito agli inizi del novecento, è collocata la tela di Giovan Andrea Carlone(1639-1697), raffigurante San Giuseppe con gesù fanciullo al quale gli angeli recano voti. Anche in quest'opera prevalgono i colori accesi e brillanti, i personaggi sono tutti in movimento, dando così al quadro un senso di dinamicità.
Visione di Padre Candido Giusso
Esterni
La facciata, seppur compiuta in un momento successivo, mostra omogeneità con la struttura dell'edificio e proprio sopra l'ingresso vi è un affresco dei primi del Novecento raffigurante la "Visione di Padre Candido Giusso" Il frate Superiore, che una notte, vide la Vergine avente le braccia stese sulla città in atteggiamento protettivo con , ai suoi piedi, i santi Francesco e Caterina. Si può osservare il "verticalismo" del prospetto e l'effetto "scenografico" concentrando la decorazione nel registro superiore della facciata: mentre la parte inferiore è segnata dal portale e dalle lesene alle estemità; sulla cesura del cornicione si imposta un motivo a serliana,con parastre laterali che affiancano due nicchie, concluso da un frontone raffigurante il simbolo francescano.
Bibliografia
L. Magnani, Santuario di Nostra Signora di loreto; Genova 1979, guide di GE
F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova; Genova 1847